Chiunque lavori nel mondo dello sviluppo software dovrebbe aver sentito parlare de La cattedrale e il Bazaar e della famosa legge di Linus: "dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bug vengono a galla".
Ciò costituisce chiaramente uno dei vantaggi maggiori del software libero rispetto al suo gemello malvagio, il "gigante" proprietario. Le cose stanno cambiando velocemente, e perfino Apple - a proposito di malvagità - ha dovuto recentemente adeguarsi.
Le cose si fanno decisamente più complicate quando il software incontra il business: essendo Tirasa una piccola azienda che sviluppa open source, con l'Identity and Access Management (IAM) nel proprio core business, abbiamo presto imparato questa lezione:
(cliente) | «Come possiamo fidarci di voi? Siete una piccola azienda! Che succede se sparite o fallite? Potete garantire che i vostri prodotti rimarranno attiviti e supportati in futuro?» |
(Tirasa) | «Siamo piccoli, lo sappiamo. E non possiamo certo fornire il tipo di garanzie che cercate. In realtà, nessuno può: guardate cosa è successo a Sun Microsystems...» |
(cliente) | «Oh, se solo Waveset fosse stato open source!» |
Esiste una via d'uscita da questa situazione assurda?
Insieme a Evolveum and Symas, Tirasa ha deciso di andare oltre la "semplice" idea dell'open source stack dando l'avvio all'Open Source Identity Ecosystem, un posto in cui aziende open source, system integrators e service providers assicurino l'interoperabilità di componenti IAM open source. E in cui sia disponibile supporto professionale, fornito da diversi membri dell'ecosistema, in diversi Paesi del mondo.
L'obbiettivo? Fornire una alternativa alle cosiddette "suite" proprietarie o semi-proprietarie, spesso poco integrate, che impediscono ancora oggi a tante organizzazioni di provare i benefici della gestione enterprise delle proprie identità.
Se l'idea sembra interessante ecco la nostra mailing list pubblica per ulteriore informazioni.